La Cvdp inoltra richiesta di costituzione ai magistrati contro le truffe del tesoriere della Margherita, Lusi. Poi, sarà la volta di Sestito e dei “padani”. Intervento anche di Massimo Teodori
Come già preannunciato nelle scorse settimane, in riferimento al caso Lusi-Margherita e ai relativi procedimenti giudiziari in atto, la Cvdp (Commissione di vigilanza per la democrazia partecipativa – Movimento astensionista politico per il rilancio della sovranità popolare) ha inoltrato ai magistrati Caperna e Pesci della Procura della Repubblica di Roma richiesta di costituzione di parte lesa/civile.
Il movimento astensionista intende in questo modo evidenziare come l’attuale legge sui rimborsi elettorali, che eroga ai partiti politici maggioritari quote cospicue di fondi pubblici, sia in realtà un vero e proprio atto illegittimo perpetrato per aggirare in maniera indebita e truffaldina il referendum che ha abolito col voto di una larghissima maggioranza degli italiani lo stesso finanziamento pubblico ai partiti.
Inoltre, nella specificità delle rivendicazioni di sovranità anche da parte degli astensionisti politici, la Cvdp «intende far valere il principio che le quote di rimborso determinate dai non votanti (disertori delle urne, schede bianche, nulle o non attribuibili) restino nelle casse dello Stato invece di essere spartite indebitamente dagli stessi partiti politici maggioritari, a dimostrazione di un ulteriore spregio che essi nei fatti nutrono nei confronti dei cittadini».
Lo scopo dell’iniziativa è la restituzione del maltolto nelle casse dello Stato da parte di tutti coloro che si sono appropriati indebitamente delle centinaia di milioni di euro di rimborsi elettorali determinati dall’applicazione di una sorta di legge-truffa. Nelle prossime settimane, infine, analoga richiesta sarà presentata ai magistrati che stanno indagando sullo scandalo che ha travolto la Lega Nord.
Importante anche la dichiarazione di Massimo Teodori, già deputato radicale, autore del primo libro sul finanziamento dei partiti in Italia (Soldi & partiti. Quanto costa la democrazia in Italia?, Ponte alle grazie, 1999): «Quella che i maggiori partiti stanno preparando non è la riforma del finanziamento dei partiti, bensì il suo consolidamento per ingannare ancora meglio gli italiani come è stato fatto dal referendum abrogativo del 1993 in poi. Che i bilanci dei partiti debbano essere controllati non c’è il minimo dubbio. Ma le questioni cruciali su cui si misura la volontà riformatrice dei partiti oggi sono ben altre: a) diminuire drasticamente il cosiddetto rimborso spese da 5 euro a voto al massimo di 1 euro a voto per elezione; b) non versare i finanziamenti pubblici tutti al centro ma per almeno il 75% ai soggetti elettorali locali e regionali in modo da evitare la costituzione di tesoretti che inquinano il gioco democratico interno, c) favorire con la completa defiscalizzazione entro soglie prestabilite i finanziamenti privati di persone fisiche giuridiche direttamente ai partiti e candidati preferiti senza l’intervento dello Stato».
Anche Toni Forcillo, della Cvdp, ritiene che, sul finanziamento pubblico ai partiti, si stia preparando un’ulteriore presa in giro degli italiani: «Nessuna riforma “apparente o di facciata” potrà essere intrapresa dall’attuale Parlamento, notoriamente delegittimato poiché insediato su indicazione esclusiva delle segreterie di partito, intente a invadere sistematicamente ogni centro di potere pubblico al fine di perseguire arricchimenti personali e lobbistici ai danni del Popolo italiano. Secondo Forcillo, i partiti politici sono «degenerati al punto tale da essere quasi esclusivamente dediti alla corruzione, alla razzia delle risorse pubbliche, alla captazione del controllo del potere». Quale possibile soluzione?
«Vanno azzerati senza indugio, aprendo di fatto una non più rinviabile stagione delle riforme che, sotto l’egida diretta del Popolo sovrano, possa far rinascere quella sana competitività tanto richiesta anche dai mercati internazionali». Poi Forcillo conclude così: «Saranno direttamente i cittadini, unici legittimati e ad avere realmente a cuore le sorti della nazione, da troppo tempo vessati da questa vorace tirannia partitocratica, a prendere gratuitamente e per esclusivo senso di dovere civico, a mezzo di “pubbliche assemblee popolari” permanenti, il posto finora occupato abusivamente dai partiti e dal loro esercito di parassiti. Una volta bonificata l’Italia, sarà molto più semplice farle intraprendere quel cammino che “finalmente” potrà portarla verso la democrazia compiuta e la vera giustizia sociale, favorendo nel contempo la stessa rinascita di nuovi partiti più adeguati, onesti, meritevoli».
Silvia Patini
(LM MAGAZINE n. 23, 14 aprile 2012, supplemento a LucidaMente, anno VII, n. 76, aprile 2012)
Tutti sono avversi al finanziamento pubblico dei partiti. Soprattutto coloro che vi preferiscono il finanziamento privato di un solo Partito. Gatta ci cova.
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Il popolo ha votato e la volontà del popolo è sovrana. Ma se il popolo vota per l’abolizione della forza di gravità, che facciamo? Mumble mumble…
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Vox populi vox dei. E perché non anche vox diaboli?
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Diceva Machiavelli “… e troppo spesso il popolo grida “Viva!” alla propria morte e “Morte!” alla propria vita”. C’è da riflettere…
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Guai a noi quando titilliamo le voglie del popolo.
Con la seduzione si governa il mondo. I demagoghi lo sanno.
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Non sto gridando verità, sto insinuando dubbi.
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Rino DV