Tra serio e faceto, le categorie “maschili” e l’infelicità complessiva dei due sessi, persi in una società confusa
Dalle testimonianze raccolte ho dedotto che il maschio medio, nonostante sia in grado di pensare solo in linguaggio binario (0-1), è catalogabile in molteplici categorie comportamentali, che sono dovute a poche, principali cause.
Noi apparteniamo alla generazione precaria, travolte da un cambiamento radicale dei sistemi di comunicazione, allevate da madri sessantottine con Cenerentola e Che Guevara, sempre in bilico tra due mondi, alla ricerca dell’uomo ideale, che, però, ci sfugge! Sarà la precarietà anche dei sentimenti, sarà che ormai cercare un nostro coetaneo equivale a spulciare nel cestone della Caritas, ma per noi non sembra esistere l’uomo giusto.
La prima categoria da cui fuggire è l’immaturo e irresponsabile. La causa del suo comportamento è senza ombra di dubbio la madre, coetanea delle nostre e convinta nella sua opera educativa di produrre un uomo libero. All’apparenza lei è disponibile, gentile, spinge a viaggi e attività di coppia, ma in realtà ci vede come un drago a sette teste da eliminare per la salvezza del suo dolce cucciolo. Lei sarà sempre dalla nostra parte, prodiga di consigli e complimenti fino a che al piccolino non verrà chiesto di costruire una vita propria. Lei, forte del suo passato da femminista, non lo permetterà mai perché nessuna donna è degna del suo piccolo re, la cui unica religione è e resterà sempre lei. Conviene quindi conoscere per prima cosa mammà.
Il falso dotto è per noi il più pericoloso. Smascherare questa tipologia è molto facile. Basta portarlo in una chiesa e fermarsi davanti a una tela non famosa di un autore apprezzato. Lui dirà: «É una crosta». Ma, appena verrà a conoscenza del nome dell’autore, inizierà a prodigarsi in lodi. Fuggite immediatamente, altrimenti lo farà lui appena si renderà conto della nostra maggiore preparazione e superiorità culturale. È un prodotto del mondo dell’apparire. Spesso la colpa è della famiglia, in genere piccolo borghese, convinta che basti un’infarinatura generale e qualche viaggio per sostenere qualunque tipo di conversazione. Il mondo moderno, in cui la cultura è di facile reperibilità, ha tolto il piacere dell’informazione.
La religione ha portato nelle menti dei nostri genitori la Madonna come modello femminile dominante e noi ci siamo adeguate. Tuttavia, essendo nel periodo dei cambiamenti drastici, ci troviamo alle prese con uomini che cercano di emulare il Cristo nella redenzione della Maddalena di turno. È una tipologia altamente insicura. Tali maschi sono spesso psicopatici, maniaci dell’ordine, impauriti da donne forti e indipendenti. E cercano un falso atto di carità come unico modo per subordinare una “femmina”.
Il finto artista è facilmente riconoscibile. Declama versi insulsi per ore o dipinge con gli stencil; comunque, non esiste in lui una ricerca stilistica o una conoscenza approfondita della sua arte. Copre con finto silenzio meditativo l’inutilità del proprio essere, ascolta musica desueta, ma il suo unico scopo è il sesso, materia nella quale spesso non eccelle e copre le sue mancanze con assurde fantasie. La sua unica arte è emulare qualcuno famoso o magari il vicino di casa.
Il politicante è da dimenticare a priori. Non è come i nostri padri, intrisi di idealismo e impegno politico, e spesso, indipendentemente dalla sua appartenenza politica, si è formato alla scuola del berlusconismo. Le donne vorrebbe comprarle e le considera solo oggetti da mostrare e condividere con gli amici.
Però, nonostante il maschio medio passi direttamente da acerbo a marcio, vive le nostre stesse difficoltà, sospeso tra due realtà inconciliabili, educato a dominare e costretto a subire femmine mascolinizzate da anni di femminismo. Un uomo in lotta tra l’essere presente e non soffocare, incapace di capire donne che non si riescono a capire. Forse posso sembrare un’acida e disillusa eroina di Jane Austen. Ma ciò è vero solo in parte. In realtà sono felicemente zitella perché ho capito che gli uomini sono come la matematica. Posso anche impegnarmi; ma non sono portata.
Le immagini: mistress per maschi sottomessi (fantasie femminili o maschili?).
Carmela Carnevale
(LucidaMente, anno VII, n. 75, marzo 2012)
ammazza che visione limitata hai….ma contenta tu, contenti tutti gli uomini che non dovranno avere a che fare con te 🙂
Secondo me bisgna riscoprire ovunque la persona. Una osservazione: non ne avete, non ne abbiamo, abbastanza di vedere sederi al posto delle facce?
Gentilissima lettrice, premettendo che non siamo bigotti e sessuofobici e che “ABC” e “l’Espresso” hanno vinto le loro battaglie mostrando nudi in copertina, abbiamo ritenuto che, essendo il tema del numero la “guerra dei sessi”, si potesse giocare ironicamente con foto di donne dominatrici o dominate (compresi i sederi, a volte molto meglio delle facce dei politici, dei vescovi e affini). Comunque, anche il sadomaso rientra nell’eros tra adulti consenzienti… E di eros non ce n’è mai troppo. In attesa dei talebani o della vaticanocrazia… viva la libertà di espressione e sessuale. Grazie, comunque, di seguirci e leggerci.
Desidero affrontare l’argomento da due punti di vista diversi rispetto alla vostra sequela.
In questi giorni a Venezia, è stata inaugurata una mostra dedicata a Klimt
Venezia aveva acquistato nella biennale del1910 la sua Giuditta/Salomè, Klimt ne aveva prodotta, una precedente, oggi esposta e proveniente dal Belvedere di Vienna: donne belle, eleganti, sensuali, provocatrici, mentre ammiccano con gli occhi appagamenti inconfessabili stringono con le unghie i capelli della testa mozzata del” nemico”.
Non a caso Artemisia Gentileschi aveva più volte affrontato lo stesso tema ad espressione del desiderio di ficcare un pugnale nel petto al suo strupatore, desiderio trasfigurato in opera d’arte perenne.
Eppure Klimt nel fregio a Beethoven narra. In modo impareggiabile, del procedere verso la felicità delle vicende umane: non grazie un cavaliere in armatura dorata ma, dopo le gorgoni, i mostri,i serpenti, grazie all’abbraccio finale degli amanti alla corte di schiere di fate primaverili . Ricorderete l’altra sua famosissima tela il bacio!
Erano tempi in cui la donna stava trionfando, bella, ricca, infedele, sicura di sé,estremamente femminile , desiderata, desiderabile….
La prima guerra mondiale ha fermato il sogno, ed il percorso verso l’abbraccio. Il totalitarismo ha ricacciato la donna in casa… a far figli per il regime e la domestica per la famiglia patriarcale.. Persino nella sinistra, dopo le donne staffetta partigiana, le martiri, le deportate ,le vittime,ecc, Teresa Noce ci ricorda nel diario come i compagni relegassero a casa le mogli, escludendole dalle assemblee politiche e sindacali…dopo il’ 45 il voto alle donne, ed in parlamento figure che non si potevano rifiutare, tina ansemi e…..Negli anni successivi donne che sarebbe stato meglio non presentare. Ma piacevoli alla vista, meno all’udito!!!Nonostante IL femminismo … in altri spazi recinti venivano spesso collocate donne in carriera facili? Succubi verso i forti e prepotenti verso i deboli?? Premio un posto visibile dove incidere il meno possibile.
La Donna serpente a sonagli di klimt era diventata un serpente più viscido,alternato alle sirene,
Allora perché nell’affrontare il tema della battaglia dei sessi che intendete proclamare non mettete qualche immagine più gradevole alla vista ed all’estetica…Boccioni, Severini, mappletorp, Sorolla, Wildt, Pelizza da Volpedo, morbelli , per non citare Hayez e Canova…perché solo immagini sado maso, Da giornalino porno??per sembrare provocatori maturi . evoluti rispetto a cosa?al vaticano??
SE vogliamo raggiungere l’incontro reale tra uomini e donne abbiamo bisogno di farci carico dell’infelicità degli uni e degli altri, e tentare di risolverla a più livelli…etico-morale-sessuale-sociale.
Il potere divide, è il suo obbiettivo per dominarci, a noi”umani” tocca tracciare percorsi alternativi: possibili e necessari non credete? Una rivoluzione lenta e non violenta per essere felici insieme. Un tertium non datur, che richiede spirito creativo. Grazie per l’attenzione mt
mariateresa
ma non ne salvi nessuno?dai carmèèèèèèè!
spaccato lucido e implacabile!brava Sagittario 😉
Francesca R.
si può sapere cosa c’entrano le immagini della mistress dai glutei flaccidi con le stravaganti tesi dell’articolo ?
Gentilissimo lettore, le mistress raffigurate rappresentano ironicamente i contenuti dell’articolo, che denuncia (sferzando, quindi con la frusta) lo sfacelo e le debolezze del maschio. Glutei flaccidi? Insomma, lei deve essere molto ben abituato: la nostra modella si è offesa. Per fortuna, i suoi glutei, invece, piacciono, e molto, a noi in redazione.
sui glutei ho un pò esagerato. mi scusi con la modella.
Ho letto la Sua lettera inviata a Rino Della Vecchia che chiarisce l’equivoco.
la saluto caldamente e buon lavoro
Bel punto di vista…ma forse qualche rappresentante del genere maschile lo salverei! 😉
Innanzitutto una domanda: le “tostissime” (a chiacchiere) femminucce italiche come se la passano? Alla grande, vero? Tra l’altro, suppongo che voi appartenenti alla Razza Eletta non abbiate neppure un difetto, vero?
Cara amica, leggo vaginate come le tue da oltre una trent’anni, ovvero da quando frequentqavo l’itis (1979-1984), il che è tutto un dire…
Definire la femmina media italiana di una banalità mostruosa, nonché fortemente anti-erotica, è un eufemismo.
Detto ciò, vorrei chiederti: questi discorsi valgono anche per i “maschi” (*) stranieri residenti in Italia?
Ovvero gli albanesi, i rumeni, i marocchini, i tunisini, i senegalesi, i nigeriani, i brasiliani, i cinesi, i filippini, i turchi, etc etc?
Così, tanto per sapere.
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(*) Per inciso: perché anche in questa sede bisogna leggere i soliti riferimenti ai “maschi” e alle “donne”?
Orbene:
maschi=femmine;
uomini=donne;
maschietti=femminucce;
ometti=donnette.
Sennò, volendo, si potrebbe pure scrivere “gli uomini e le femmine”.
O no?
Edit:
“da oltre trent’anni, ovvero da quando frequentavo l’itis”
Tanto per evidenziare come certe tesi a senso unico, siano vecchie di decenni, riporto un articolo di Francesco Alberoni, pubblicato su L’Espresso del 26 gennaio 1992.
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“Povero maschio, il futuro è donna” (pag. 76-79).
Colloquio con Francesco Alberoni, di Chiara Beria di Argentine.
“Ormai sono le donne le indiscusse protagoniste
della nostra vita. Lo afferma il più noto e spregiudicato
sociologo italiano in due nuovi lavori: sulla sessualità femminile
e sulle adolescenti”.
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Sciami di ragazzine che sorvolano gli impacciati e timidi compagni di banco per ronzare – a fantasia spiegata – verso i loro idoli maschili come l’attore americano Tom Cruise, per citare uno dei sex-simbol che vanno per la maggiore tra le adolescenti. Schiere di giovani donne forti, decise, multidimensionali: investono molto nel lavoro ma non rinunciano alla maternità; fantasticano amori di gruppo ma poi, nella realtà, confessano che non farebbero mai all’amore con un uomo per il quale non provano niente. E, persino, manipoli di ultraquarantenni non ancora rassegnate alla monotonia di coppia che, grazie a un nuovo amore, rifioriscono alla vita.
Donne più o meno giovani, più o meno disinibite, più o meno inquiete sono comunque loro, seguendo le analisi del sociologo Francesco Alberoni, le indiscusse protagoniste della vita erotica-emozionale?
“La grande vitalità delle donne è un prodotto recente e, al tempo stesso, caratteristico di questa fine secolo”, incalza Alberoni.
E, a sostegno della sua tesi, non porta solo vaghe intuizioni. A tredici anni dal suo famoso saggio su “Innamoramento e amore”, il sociologo ha appena terminato una ricerca sulla sessualità femminile, “Erotismo e valori”, condotta per la società farmaceutica Wyth, su un campione di 400 donne (una fascia di “donne moderne” di età fra i 20 e i 50 anni, che abitano in città, con un buon livello scolastico). Non solo. Dal 25 gennaio è nelle librerie “Il volo nuziale” (152 pagine, 24 mila lire, editore Garzanti), l’ultimo saggio di Alberoni dedicato soprattutto alle adolescenti che, proprio come fanno i fuchi con l’ape regina, ronzerebbero in alto, attorno al loro oggetto del desiderio.
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Siamo inondati da rapporti e inchieste sulla sessualità: vale la pena occuparsi di queste cose o, forse, tanto interesse dipende solo dal fatto che l’eros oggi è un argomento che assicura successo?
“Prima di tutto rispondo che io da anni ho posto al centro dei miei interessi di studioso il mondo emozionale ed erotico, un termine che nel mio linguaggio indica un mix di passione-interesse-intelligenza. Quanto poi agli studi condotti finora, devo dire che non condivido quasi nessuna delle tesi sostenute dai sessuologi: il loro criterio di riferimento è ancora e sempre l’uomo.
In pratica hanno sempre preso come misura l’erotismo maschile che però è altra cosa da quello femminile. Infine, i dati sui quali eravamo abituati a ragionare, in Italia, erano frutto di ricerche cliniche che tendono, come è logico, a sopravvalutare gli aspetti patologici. La realtà che emerge dalle nostre intervistate, donne normali, il cuore dell’universo femminile, è ben diversa”.
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In che senso?
“Per capirlo occorre fare qualche passo indietro. Si parte negli anni Sessanta con la rivoluzione sessuale: Woodstock, una grande orgia collettiva di spinelli, musica rock e promiscuità sessuale; poi arriva il femminismo, un movimento di tipo etico, nel senso che rivaluta certi elementi specifici femminili ma, più in generale, la dignità di ogni individuo, della persona. Alla fine degli anni Settanta queste due tendenze si intrecciano e convivono: esplodono i movimenti gay, il fenomeno dei single, ancora la promiscuità e, così, nel 1978 a New York l’ideale sessuale è la bisessualità. Poi, alla vigilia degli anni Ottanta, una svolta improvvisa: queste tendenze cadono – badate bene – ancora prima del diffondersi dell’Aids. Sulla scena compare l’individuo, è il momento dello jogging, dell’areobica, degli yuppies, ma anche del ritorno ai sentimenti, alla coppia. Non a caso, proprio nel ’79, il mio saggio su “Innamoramento e amore” ha tanto successo. Solo a questo punto s’inserisce l’Aids: una malattia che ha un effetto choc sulle fantasie, sui pensieri, le comunità gay, e uccide personaggi simbolo. Siamo arrivati ai nostri giorni, ai tempi del giudice Thomas colpevole di molestie sessuali, ai tempi dei seni smisurati di Striscia la notizia”.
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Un momento, professore. Quale rapporto di causa-effetto c’è mai tra l’Aids e le maggiorate di Canale 5?
“Vede, in questo la penso come un vecchio psicoanalista freudiano: la paura ha provocato una violenta rimozione che, a sua volta, ha generato una nuova repressione. Mi spiego meglio: una società che si era preparata a essere fortemente disinibita si è ritrovata di fronte, all’improvviso, un problema non risolto dalla medicina. Risultato: il ritorno del represso, quello che parla molto di sesso, consuma molto materiale porno, segue voracemente alla tv il processo sul giudice palpone o quello del rampollo Kennedy, con tanto di discussioni sulla dimensione di un paio di mutandine e sul pene più o meno eretto del ragazzo. In giro c’è molta sessualità grossolana, molta ostentazione (penso alle tettone televisive): tutto ciò è sintomo di una nevrosi”.
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Se questa è la sua analisi come si concilia con l’altra sua ipotesi, quella di una nuova vitalità femminile?
“La mia impressione è che gli uomini si siano trovati più impreparati ad affrontare questo trauma e, quindi, oggi sono quelli che soffrono di più. Di sicuro so che vent’anni di emancipazione hanno generato una femmina forte, viva, che ha molte più energie del maschio. Donne capaci di volare alto, come fanno anche solo con la fantasia le ragazzine del mio libro. Non solo. Anni fa si pensava che l’emancipazione avrebbe, alla fine, prodotto un nuovo equilibrio: da una parte una donna più impegnata nel lavoro e, in compenso, un uomo più presente in casa. Invece il solo sesso che sta avanzando è quello femminile: sia nella sfera pubblica sia in quella privata. Ormai detiene una vera e propria egemonia culturale”.
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Alla fine anche lei, proprio come tanti sessuologi, coltiva l’immagine di una donna onnivora, sessualmente scatenata, tanto seduttiva da terrorizzare i maschi…
“Assolutamente no. E’ ridicolo pensare che il mutamento dei comportamenti si traduca in uno stravolgimento della natura. La donna non si è mascolinizzata e non si comporta eroticamente come un uomo. Nella mia ricerca su “Erotismo e valori” risulta chiaramente che, anche nella donna più disinibita, permangono aspetti tipici della sensibilità erotica femminile come la mescolanza delle emozioni con il sesso o il dare maggiore importanza alle emozioni rispetto alla pura sessualità. Certo, nell’universo femminile ci sono anche fasce di donne ancora represse o in preda a nuove inquietudini ma, la stragrande maggioranza, è fatta di donne solari, serene e monogame. Anche se hanno avuto un’educazione cattolica non vivono più il sesso senza figli come peccato, e pensano che a letto, se i partner sono consenzienti, tutto è lecito. Quello che colpisce, semmai, è il loro scarso desiderio sessuale: la maggioranza sembra accontentarsi di quello che ha”.
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Se questa è la nuova donna, ammetterà che, per gli uomini, la vita diventa più difficile.
“Sì, ma hanno poco da lamentarsi: farebbero invece meglio a pensare, a studiare, agire. In questa fase storica sono i maschi che devono fare uno sforzo maggiore di comprensione. Per le donne le cose emozionali sono da anni oggetto di scienza e conoscenza: sono attente, parlano, discutono, usano persino romanzi rosa o soap-opere alla Beautiful per imparare a decodificare messaggi, a muoversi con agio nella sfera erotica. Prendiamo le adolescenti del mio libro: loro sanno tutto dei loro idoli, li giudicano, li soppesano. Sono ragazzine con un’immaginazione ricchissima a livelli d’aspirazione molto alti: i maschietti, invece, non volano, sono come spenti, si muovono come trogloditi e finiscono per prendersi delle grandi facciate e stare malissimo. Quanto al maschio adulto non sa più in che mondo, in quale casa e in quale coppia vive. Non sa neanche decodificare una menzogna: eppure i tempi in cui era il padrone assoluto e poteva permettersi di non sapere niente sono ormai passati. Oggi nella coppia c’è la democrazia e, se vuole reggere un rapporto, il maschio deve farsi furbo”
Francesco Alberoni
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P.S. Di articoli del genere potrei postarne a bizzeffe.
Questo, invece, è quanto scriveva il sottoscritto oltre nove anni fa.
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http://fematrix.altervista.org/e-una-guerra-vera/
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Oggi, in Italia come in tutto l’Occidente, sono proprio gli uomini i più entusiasti sostenitori dell’ascesa delle donne. Basta vedere come moltissimi di loro si entusiasmino di fronte a ogni nuovo record femminile quasi augurandosi un’ipotesi di “sorpasso” da parte delle femmine nei confronti degli uomini per superiorità cerebrale o muscolare.
E’ significativo notare come costoro non facciano il minimo tentativo per affermare in modo positivo l’identità virile, rinunciando a qualsiasi forma di orgoglio di Genere. Addirittura, alcuni di loro hanno sostenuto che l’ingresso nell’esercito delle spocchiose femminucce, capaci, in questa epoca, soltanto di scimmiottare (male) gli uomini, in tutto e per tutto, ha portato …”tenerezza e sentimenti” (sic!) fra i soldati, come se gli uomini ne fossero del tutto privi.
Un atteggiamento non solo irritante e ridicolo, ma anche e soprattutto falso. Perché non vi è alcun dubbio che nel tono trionfale con cui viene commentata l’ascesa femminile ci sia un chiaro accento di falsità. Un atteggiamento che di maschile e di “Verticale” non ha nulla e che ricorda quello che succedeva nei cortei femministi quando gli uomini (?) facevano timidi girotondi plaudenti attorno alle donne che li insultavano, sperando, dopo, di combinarci qualcosa. E le femmine, ovviamente e astutamente, raddoppiavano gli insulti verso questi sostenitori non richiesti della loro causa.
Il motivo per cui il “nuovo sesso forte” si incazzava ancor di più? Semplice. Perché questi “senza palle” puzzavano di menzogna lontano un miglio.
Lo stesso succede oggi nelle “entusiastiche” cronache maschili della disfatta dell’uomo, una maniera “opportunista” per ingraziarsi le femmine. Viene anche il “sospetto”che questi pseudo uomini seguano una realistica raccomandazione di Mao: “Bastonare il cane che annega”.
Ovvero, accelerare una fine guadagnandosi qualche prebenda presso quello che loro immaginano essere il Genere Vincitore. Un genere, quello femminile, che ormai per (quasi…) tutti è il “vero sesso forte”; non solo per le ultra presuntuose femminucce, ma anche e soprattutto per la massa di castrati mentali che si “aggira” in Occidente.
Ma su quali dati si basa questa convinzione? Forse perché vivono mediamente 6/7 anni di più? Oppure perché a scuola ottengono risultati (mediamente) migliori? Oh sì, certo, ma è anche vero (visto e considerato che “loro” si “aggrappano” da tutte le parti…) che in alcuni paesi poveri come l’Afghanistan vivono mediamente 43 anni contro i 44 dei maschi; è sicuro che gli uomini sono fisicamente più forti e che la stragrande maggioranza delle persone “super intelligenti” appartenga al genere maschile…(rapporto di 4 a 1- Studi pubblicati in un recente passato su “Science”).
Sarà perché in mezzo alle gambe hanno un “qualcosa” di straordinariamente potente? Sul fatto che sia potente, non vi è alcun dubbio, ma se non erro, quel “potere” lo avevano anche 2000 anni fa, ai tempi degli antichi (e grandi) Romani… e poi,dove sta scritto che quello che abbiamo in mezzo alle gambe noi uomini vale meno della loro fica?
Sarà perché partoriscono? Sì, ma se non ricordo male, senza la collaborazione maschile, ciò non potrebbe mai accadere. Sarà perché in futuro l’ingegneria genetica e le biotecnologie permetteranno loro di fecondarsi da sole? Ma anche in questo caso dovranno ringraziare gli uomini perché sono loro i Padri dell’ingegneria genetica e delle biotecnologie… e dopo cosa faranno? Lesbicheranno fra di loro? Elimineranno definitivamente il contatto con quel “coso brutto sporco cattivo e puzzolente”? Rimarranno da sole sul pianeta?
Insomma, queste presuntuose, cosa cazzo faranno? E già che ci siamo, come mai i due terzi delle persone depresse, i tre quarti di quelle esposte agli attacchi di panico e il 90% di quelli che soffrono di anoressia e di bulimia sono donne? Come mai i centri di cura, malgrado si moltiplichino, hanno enormi liste d’attesa (femminile)?
Non sarà che la loro è semplicemente una “maschera sociale”? …non sarà che questi dati stanno a significare che tra le appartenenti al genere femminile il disagio mentale è una realtà più che diffusa? E che la “debolezza”, la crisi di “ruolo” non è un fenomeno che tocca solo gli uomini?
Non sarà che prima o poi sentiremo una … Grande Esplosione?
di Caronte
[Febbraio 2003]
eppur mi diverte pensare d’essere d’accordo con le tesi della Carmela Carnevale, e allo stesso tempo credere che la realtà sovrasta ampiamente le tipizzazioni mostrate, e che forse nel gioco di coppia non sempre tutto é schematizzato. Rimango convinto che le responsabilità di una tale situazione siano sostanzialmente le nostre dolci e intelligentissime compagne di vita.
Michele, tu scrivi:
“Rimango convinto che le responsabilità di una tale situazione siano sostanzialmente le nostre dolci e intelligentissime compagne di vita.”
>>
Domanda: tu le senti mai le femmine – ops!, “le donne” – rivolgere il benché minimo apprezzamento nei confronti degli uomini? Hai mai letto o sentito una femmina definire “intelligentissimi” gli uomini? Io no, mai. Anzi, di norma le nostre “dolci e intelligentissime” (??) compagne di vita, sputano veleno nei confronti dell’altro sesso in maniera a dir poco costante: specie se i portatori del “ritardato” cromosoma Y, appartengono alla categoria degli uomini – ops!, “maschi” – bianchi occidentali.
Orbene: immaturi, irresponsabili, tonti, imbecilli, idioti, stupidi, ritardati, ottusi, deboli, maschilisti, misogini, stupratori, violenti, oppressori, etc. etc.
Questi sono alcuni dei “complimenti” che le appartenenti alla Specie Superiore – nonché innocente per definizione -, rivolge quotidianamente agli appartenenti alla specie inferiore.
Nonostante ciò, un numero impressionante di uomini seguita a lisciare il pelo alle femmine e a definirle “dolcissime, intelligentissime, sensibilissime, empaticissime, furbissime,” etc etc, bla bla.
Ergo, “superiori”.
Avanti così.
Articolo letto come promesso.. spero o almeno mi sembra di non rientrare in nessuna di queste categorie, quindi o sono un caso a parte o manca qualche categoria, i “normali”. 🙂
A presto, Carmela.
Ciao