Una serie di fatti molto strani è accaduta durante le elezioni politiche del 2006. A sei anni di distanza rimane il fondato dubbio che ben diverso sarebbe potuto essere il responso delle urne. E, forse, anche la storia italiana…
Le elezioni politiche del 9 e 10 aprile 2006 sono state le più controverse della storia della Repubblica italiana. Infatti, hanno lasciato uno strascico di polemiche e sospetti che non si è ancora del tutto sopito. L’Unione ha vinto quelle elezioni con un vantaggio di appena 24.755 voti alla Camera. Al Senato, pur ottenendo meno voti della Casa delle libertà, il centrosinistra ha comunque conquistato due seggi in più, grazie ai collegi esteri. La risicata maggioranza, però, non ha retto a lungo.
Fin dalle prime ore successive all’apertura delle urne elettorali, vari elementi hanno fatto aleggiare il sospetto che ci fossero stati brogli. Innanzi tutto, la lentezza nella trasmissione dei dati ufficiali da parte del Viminale, con tre inspiegabili black-out, l’ultimo dei quali 40 minuti dopo la mezzanotte. In secondo luogo, il numero basso di schede bianche, inferiore di oltre 1 milione e 200 mila a quello delle elezioni politiche precedenti. Ancora, il divario marcato tra i dati definitivi e gli exit-poll di tre istituti demoscopici, che assegnavano circa 5 punti in più all’Unione. A ciò si deve aggiungere la notizia, circolata nei giorni precedenti, dell’inconsueto avvicendamento di 12 prefetti, decretato dal ministro degli Interni, Giuseppe Pisanu.
Qualche mese dopo le elezioni è stato pubblicato Il broglio (Aliberti), un romanzo redatto da un sedicente Agente Italiano. In esso si parla esplicitamente di presunti brogli durante lo spoglio elettorale dell’aprile precedente. La notizia è rimbalzata subito su altri media. Ne ha parlato dapprima l’articolo di Piero Colaprico Bianco sporco pubblicato sul n. 6 del 2006 di MicroMega. Successivamente, il film-reportage Uccidete la democrazia!, diretto da Ruben H. Oliva, su soggetto di Beppe Cremagnani ed Enrico Deaglio. Nel cortometraggio, allegato a Diario del 24 novembre 2006, s’ipotizzano irregolarità nelle regioni dove si è tenuto lo scrutinio elettronico (Lazio, Liguria, Puglia, Sardegna). Grazie a un software sofisticato, alcuni hacker avrebbero trasformato i dati delle schede bianche in voti attribuiti alla lista di Forza Italia. La Procura di Roma, però, ha rinviato a giudizio Cremagnani e Deaglio per «diffusione di notizie false, esagerate e tendenziose atte a turbare l’ordine pubblico».
La Giunta per le elezioni del Senato ha disposto il riconteggio delle schedebianche e nulle di setteregioni. E, a campione, anche di quelle valide custodite nei tribunali. Il controllo, tuttavia, non ha fatto emergere particolari discrasie tra i dati ufficiali e le schede ispezionate. Cremagnani e Deaglio, in un altro film-reportage da loro curato (Imbroglioni, allegato a Diario del 18 maggio 2007), hanno messo però in dubbio che la verifica si sia svolta regolarmente. I due giornalisti hanno ampliato l’orizzonte delle congetture sui presunti brogli, ipotizzando che falsificazioni siano avvenute anche dentro vari seggi elettorali. Nel documentario, inoltre, si parla diffusamente della strana visita compiuta al Viminale, nella notte degli scrutini, da Marco Minniti, dirigente dei Democratici di sinistra. L’esponente dei Ds si è recato da Pisanu per capire come mai c’erano stati dei black-out nella fornitura dei dati ministeriali. E avrebbe anche segnalato le discrasie esistenti tra i risultati ufficiali e quelli in possesso, informalmente, ai dirigenti dei Ds. Dopodiché è stata annunciata la vittoria dell’Unione, anche se con uno strettissimo margine.
Nel film-reportage viene commentata pure la successiva vicenda dei voticontestati,che, secondo fonti ministeriali, sarebbero stati addirittura 43.000 alla Camera e 39.000 al Senato. Per diversi giorni Berlusconi, ancora capo del governo, ha parlato di maneggi orditi dal centrosinistra, dicendosi pronto a emanare un decreto per sospendere l’esito delle elezioni, in attesa della verifica delle schede oggetto delle contestazioni. Si è trattato di un tentativo di golpe? Cremagnani e Deaglio ne sono certi. La tensione politica è diventata così alta da far presagire persino violenti scontri di piazza. Tuttavia, anche in seguito alle vibranti proteste dei militanti dell’Unione, Carlo Azeglio Ciampi, presidente della Repubblica, si è rifiutato di avallare la proposta di Berlusconi. Pisanu ha poi ammesso che c’è stato un errore nella trasmissione elettronica dei dati delle schede contestate e la vittoria dell’Unione è stata riconosciuta ufficialmente.
Si sa che piega abbia assunto, poi, la storia italiana. Il governo Prodi II, retto da un’esigua maggioranza, è caduto all’inizio del 2008. Il centrodestra è prevalso agevolmente nelle elezioni del 13 e 14 aprile, anche a causa dei gravi errori commessi dai dirigenti del Partito democratico. Ed è sotto gli occhi di tutti l’esito infausto verso cui ci ha condotto un triennio di malgoverno della coalizione di centrodestra. L’Italia è stata sconvolta da una serie interminabile di scandali, che ne hanno minato la credibilità internazionale. Il governo Berlusconi IV non ha saputo fronteggiare la crisi economica innescata dalle speculazione finanziarie e il Belpaese ha rischiato il default. Forse ciò si poteva evitare, se le elezioni del 2006 fossero andate come preventivato nei sondaggi…
L’immagine: un grafico riepilogativo delle elezioni della Camera del 2006, con i dati forniti dal Viminale (fonte: http://italy.indymedia.org/; utente: Pokipsy76); il Senato della Repubblica; Silvio Berlusconi.
Giuseppe Licandro
(LucidaMente, anno VII, n. 74, febbraio 2012)
Se l’autore dell’articolo seguisse davvero gli spogli elettorali delle elezioni politiche in Italia saprebbe che quel grafico che a lui pare strano in realtà si è sempre ripetuto,anche col CDX fuori dal ministero.
Questo perchè per primi arrivano più dati dalle regioni rosse rispetto alle altre.
Ad esempio a febbraio di quest’anno dopo 10.000 sezioni il CSX era al 33,3% ed il CDX al 24,7%.
Poi si sono riequilibrati sul 29,5% a 29,2% finale.
Quindi niente brogli allora e niente brogli adesso.
Ci sono state di nuovo le elezioni il 4 marzo 2018.
Meno di 400.000 schede bianche e il PD partendo dal 21% è poi calato al 18,7%.
Brogli pure adesso ?
Gentilissimo lettore, grazie per averci scritto e per aver esposto le sue considerazioni.