Capita di rado che un autore si “commenti” da sé: come celebrato esempio, ricordiamo Umberto Saba, con la sua Storia e cronistoria del Canzoniere (1944-47). In questa operazione “onesta” si cimenta anche Graziella Tonfoni, dell’Università di Bologna, che “rilegge” una sua stessa – singolarissima – opera, pubblicata recentemente, definendosi: “Una scienziata al femminile singolare che indica le traiettorie dei suoi scritti, attraversando interdisciplinari percorsi, e trasformando le sue rotte didattiche in un diario poetico a compendio letterario”.
Disponibile da gennaio 2006, I diari della creatività scientifica e letteraria (1980-2005) (Collana Proposte, Pitagora Editrice, pp. VIII-212, € 15,00) costituisce un esempio di edificio testuale molto complesso e tuttora incompleto, la cui fabrica, nel senso latino del termine, per la integrazione delle restanti pagine anche manoscritte, porterebbe il volume, dall’attuale numero di 212, a quello stimato per difetto, all’oggi, di 2500.
L’opera resta intenzionalmente sospesa, per materializzarsi però in forma di letture di paragrafi selezionati, da parte di curatori colti, indicati dalla stessa autrice, e per raggiungere una possibile esecuzione teatrale di aree bibliografiche estese, come evocate dalla complessa e composita prosa. Si può sicuramente procedere ad una versione teatrale corretta, filosoficamente precisa, ad alta voce di alcune delle pagine più pregnanti. Originariamente progettati per una condivisione letteraria di senso e una dimostrazione scientifica di significato, data la congestione di traffico di attività e presentazioni, nella città di nascita e residenza e di molti corsi di docenza, questi Diari, concepiti e scritti per essere presentati in anteprima assoluta a Bologna, devono da soli richiamare con le proprie pagine, per essere compresi, chi decida di dedicarvi molto più tempo e attenzione rispetto ad una regolare aspettativa di lettura.
Questa premessa è un segnale di autentico rispetto nei confronti di una realtà di recensori e critici, al momento impegnata su molteplici altri fronti, e che non sembra all’oggi poter dedicare quella attenzione filologica, che la complessità dei paragrafi e dei concetti di tale opera, unica nel suo genere, richiede. Prima di proporre questo volume, quindi per una rilettura selettiva, a pagina ridotta, vorrei in quanto autrice, indicarne le numerose dimensioni, rappresentate dai paragrafi stratificati. Ebbene sì, è anche una autobiografia di viaggi di scrittura. Questo per fare intuire ai lettori la complessità stilistica di un’esistenza pendolare, quindi anche migrante, fra continente nuovo ed antico. Emerge un quarto di secolo trascorso sempre in viaggio.
Si evince il perché e il come si creano forme diverse e molteplici di scrittura al femminile singolare, in una unica autrice a stili paralleli e perpendicolari, in continuo movimento. Se da questa prima edizione un curatore attento volesse anche semplicemente estrarre tutte le rotte geografiche indicate, selezionare fra le traiettorie segnalate, trasformerebbe questi miei scritti geometrici, dal lessico matematicamente composto, in una guida di percorsi di lettura geografica ad intercapedini e a svincoli culturali molteplici. Si potrebbero perfino promuovere viaggi virtuali, scientifici e letterari fra archivi, e biblioteche, quelle che ospitano le mappe di lettura, le chiose, i manoscritti e gli epistolari.
Lo stile di scrittura, in questo mio volume, è particolare e ondeggiante, in quanto raggiungo in ogni paragrafo, vero e proprio gomitolo di tessuti narrativi, un’alta complessità di significati letterali e anche non referenziali. Si può, attraverso questa mia prosa, in movimento, scoprire cosa sia la scrittura in viaggio, e provare lo scrivere durante il tempo del viaggio. Ne emerge una composizione continua, senza sosta, quasi esasperata. Mi accorgo io stessa che non è facile fermare il meccanismo messo in atto dalla mia stessa creatività, ormai in automatico, che mi spingerebbe tuttora a proliferare testi in quantità accelerate ed ad altissima velocità e a forte quantità di esplicito informativo, anche implicitamente formativa. Fatico smisuratamente nel decelerare l’impeto, che mi porterebbe a trasformare in parole e frasi tutto quanto mi capiti di vivere, o di esperire con profonda empatia, intorno a me. Attraverso la rinuncia, simbolica, a fare emergere il tanto di più che resta negli appunti, e continuamente si accresce nei taccuini, intendo esprimere un rispetto per lo spazio della interpretazione dei miei lettori e una discrezione nei confronti del tempo delle mie lettrici. Lascio, quindi, la mia complessa storia a frammenti testuali, limitandomi a lavorare di cesello bibliografico, su alcune aree dei miei paragrafi più fitte. Una autobiografia, dai contenuti e dagli stili tanto complessi, richiede che sia l’autrice, a farne emergere, una ad una, nel tempo, attraverso una vasta serie di note e recensioni, le chiavi di lettura autentiche, per evidenziarne, correttamente, i numerosi percorsi tematici.
Un volume così complesso poteva risultare di ampia visibilità nazionale. Ma proprio per non esporlo a fraintendimenti, data la peculiarità delle scelte stilistiche e la impervietà, per nulla ovvia, resta intenzionalmente di accesso destinato solo a studiosi e studiose. Reso più limitatamente consultabile, a chi sappia e voglia autenticamente documentarsi, nel silenzio riflessivo, all’interno di biblioteche specialistiche, approfondendo i temi con serietà di giudizio. L’esatto contrario della affrettata, quanto ubiqua, serialità di frettoloso e mediatico frontespizio. E’ un affresco di storia del pensiero linguistico contemporaneo, vissuta in prima persona, un volume che evoca documenti autentici catalogati nel tempo, per attestare, anche in lingua italiana, una vita al femminile singolare scientifico e letterario. Davvero innumerevoli sono le passioni di ricerca, che emergono da una vita dedicata alla scienza, e alla politica della poesia. Giusta una virtuale fascetta di copertina: Libro che contiene sistematiche sequenze di scientifico pensiero, con frasi ad alta emozione di affetto. Tutte queste pagine infatti proiettano una sorprendente miscela di colori a luce letteraria sulle dinamiche affascinanti e movimentate della storia della linguistica contemporanea, che per frettolosità o distrazione, rischierebbero di passare non notate.
(Graziella Tonfoni, Monologo sulle mie pagine edite e inedite)
L’immagine: la copertina de I diari della creatività scientifica e letteraria (1980-2005).
Loretta Scipioni
(LucidaMente, anno II, n. 16, aprile 2007)