Sappiamo bene che in questa scenografia il riuscire ad incorporare intervalli tra durezze ed allucinazioni assortite è un acrobatico passo di danza ma noi ne siamo al di là, perché non ci appaghiamo nel riuscirci. Vogliamo altro e se ciò ci rende impazienti, è solo il sintomo di un percepirci privi di appiattimenti su gioie ormai inglobate, è Volare! Ed anche se per quanto e verso dove non ci è consentito presagirlo, che è in alto lo leggiamo già nei nostri occhi.
(Nei nostri occhi)
Fabiano Campo
Trentunenne romano, alle prese con il difficile mondo dell’editoria, nel settore degli autori emergenti, è autore di componimenti poetici e di testi narrativi già pubblicati in vari contesti. In attesa di incontrare un editore pronto ad investire sul suo talento, continua a diffondere i suoi scritti nel web. E noi siamo lieti di accoglierli e di divulgarli.
IL COMMENTO CRITICO
La varia misura del verso, la libertà e la ricerca: queste le dimensioni della poesia di Fabiano Campo, poeta romano antologizzato in diverse raccolte, presente in riviste letterarie on line e alla ricerca di una possibilità di affermazione di quelle che non si acquistano come al mercato annonario la frutta di stagione. Al ricatto editoriale ha detto “No”. Non apparterrà mai a quella schiera di autori pronti a pagare la lusinga di una prefazione e di un libro, magari anche poco distribuito e male. L’arte è una cosa seria.
La poesia pure.
Ballerino d’ogni visione – Sono metri i suoi che, compresi tra il quaternario e il lungo verso, rappresentano senza dubbio anche la condizione dell’esule della letteratura, di quella letteratura che tiene tanti autori fuori dalla porta. E’ appena oltre la soglia che si snodano allora i concetti e i temi di tanti artisti “fuoriusciti”, ma soprattutto “nonentrati”, in una storia che parla di un domani che li vedrà varcare un passaggio. Una delle estremità del ponte in se stessi, nei nostri occhi. Un’idea di poesia capace di inglobare nella scenografia del reale “intervalli / tra durezze ed allucinazioni assortite” in “un acrobatico passo di danza”. Ballerino d’ogni visione, il poeta per Campo sembra essere colui che non si accontenta, che si pone ancora e sempre alla ricerca che si spinge oltre le “gioie ormai inglobate” dello spirito.
Il desiderio di “Volare” – Vitalità e irrequietudine albergano in lui, tensione all’infinito, desiderio di “Volare” con la maiuscola prima che con Ryan Air. Duc in altum. Quell’altezza e quella profondità è negli occhi dell’io plurale che avvolge il lettore nello spettro filantropico affratellante di un afflato poetico che non pensa se stesso nella solitudine individuale, ma in un contesto che, nel bene e nel male, rappresenta la sua appartenenza di poeta, di artista, di uomo.
Antonietta De Luca
(LucidaMente, anno I, n. 1, febbraio 2006)