Indetto uno sciopero per l’11 febbraio. Primo obiettivo: contrastare i progetti industriali di Fiat e Fincantieri. Landini propone di rilanciare gli investimenti e ridurre il precariato
Tra rabbia e rassegnazione, gli italiani racimolano i pochi risparmi e le ultime energie per fare fronte alla stangata che il nuovo governo di “tecnici” ci ha preparato. Quella di Maurizio Landini, segretario generale della Federazione impiegati operai metallurgici (Fiom), sembra essere rimasta una delle poche voci sensate, in Italia. In un momento in cui c’è il totale disfacimento dei diritti che tutti i lavoratori, in un tempo ormai remoto, si erano conquistati (a tal proposito, cfr. Una strage infinita: i morti sul lavoro!, pubblicato sul n. 27 di www.lucidamente.com).
La formula che Landini proclama è semplice, quasi banale. Riavviare la produzione. Che questa sia competitiva, all’altezza della richiesta dei mercati, investendo nell’innovazione tecnologica. Che i salari dei lavoratori aumentino, in proporzione alla produttività. Ciò porterebbe a una ripresa dei consumi, facendo ripartire l’economia del Paese. La contrapposizione tra il sindacalista Landini e l’amministratore delegato del gruppo Chrysler-Fiat, Sergio Marchionne, è sintomatica. È lo scontro tra chi sostiene un’equa spartizione della ricchezza e chi asserisce che la crisi possa essere risolta utilizzando i lavoratori come fossero schiavi. Con la sola funzione di produrre fino allo sfinimento.
I referendum imposti da Marchionne nelle aziende di Pomigliano e Mirafiori hanno obbligato i lavoratori ad accettare, sotto ricatto, l’aumento dell’orario di lavoro e le deroghe dal contratto di lavoro nazionale. Ciò ha dato il via a una sequenza senza tregua di veri e propri abusi di potere che industriali e banche, con il sostegno del governo Berlusconi prima e ora con quello dei “tecnici”, stanno scientificamente perpetrando contro tutti i lavoratori. Le frasi con le quali si usano giustificare le inique manovre economiche sono: «L’Europa ce lo chiede», «Abbiamo vissuto al disopra delle nostre possibilità».
Ha vissuto al di sopra delle reali possibilità chi ha pagato mutui con interessi usurai per venti anni? Chi non finirà mai di estinguerli, perché la fabbrica dove lavorava si è delocalizzata? Chi, dopo anni di studio, per avere un lavoro deve assoggettarsi a qualunque compromesso? Chi, con una pensione minima, deve mantenere figli e nipoti? La lista dei “privilegiati” è lunga e triste, ma le richieste di sacrifici, senza che in cambio venga garantito niente, sono ancora più lunghe. Si continua a rinviare un efficace piano industriale e non esiste un progetto per riavviare la ricerca. Non c’è in Parlamento una sola proposta di legge seria per riformare il mondo del lavoro e rilanciare l’occupazione!
In realtà, secondo il ministro del Lavoro Elsa Fornero, si dovrebbero estendere le privatizzazioni e abolire l’Articolo 18 dello Statuto dei lavoratori, in base al quale non si può licenziare senza giusta causa. Il “rivoluzionario” Landini, invece, nell’intervista dal titolo «Ancora sacrifici? È peggio che negli anni Cinquanta», rilasciata al giornalista Giorgio Meletti sul Fatto Quotidiano del 3 gennaio 2012, alla domanda: «Lei che cosa proporrebbe sul mercato del lavoro?» ha risposto: «Estendere gli ammortizzatori sociali, ridurre la precarietà e la dualità del mercato del lavoro. Ma non togliendo diritti a chi ce li ha».
La Fiom ha proclamato per il prossimo 11 febbraio uno sciopero a sostegno dei lavoratori della Fincantieri contro l’accordo separato del 21 dicembre sulla riorganizzazione del gruppo. Accordo che comporta tagli indiscriminati e esternalizzazioni della produzione, mettendo così in dubbio il futuro degli stabilimenti di Sestri Ponente e di Castellammare di Stabia. La Fiom chiede un tavolo di concertazione per il rilancio della Fincantieri e, inoltre, un progetto d’innovazione di tutta la produzione Fiat, dalle macchine ai treni. La partecipazione alla manifestazione dovrà essere massiccia e unitaria, prima che nei vari posti di lavoro, presto, campeggi la scritta «Arbeit macht frei»…
L’immagine: lo stemma della Fiom.
Mariella Arcudi
(LucidaMente, anno VII, n. 73, gennaio 2012)
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